Si tratta di alberi e arbusti di altezza da 1 a 30 m;
generalmente le foglie decidue hanno 5 lobi, in alcune specie sono in numero
maggiore come l’A. circinatum che ne ha 7 o 9, o minore come l’A. monspessulanumche ne ha solo 3. Il
frutto è generalmente una coppia di samare.
Distribuzione e habitat
Areale di Acer
L’acero cresce in pianura, nelle zone di collina e
submontane e nei cedui misti, nelle zone fitoclimatiche del Lauretum, Castanetum e Fagetum (0-1500
metri), in tutto l’emisfero boreale.
Usi
Acer platanoides
Alcune delle varietà coltivate come piante ornamentali, per l’elegante portamento e il fogliame
variegato e vivamente colorato, nei giardini e nei viali sono l’A. negundo con foglie imparipennate, l’A. japonicum, l’A. saccharum (la cui foglia
stilizzata è presente sulla bandiera del Canada) e l’A. griseum, per la particolare
corteccia che sfaldandosi si colora di rosso; per la coltivazione in vaso e su
terrazzi sono da preferire le varietà e gli ibridi a sviluppo limitato dell’A.
japonicum e dell’A. palmatum, con foglie palmate più o meno profondamente incise dal colore giallo,
verde pallido o rosso.
Le raccolte di aceri di alcuni giardini botanici e i
boschi di aceri sono anche mete del turismo nazionale, in diversi paesi, tra
cui gli Stati Uniti e il Giappone, per via delle accattivanti colorazioni del
fogliame autunnale. Il termine giapponesemomijigari (che
letteralmente vuol dire “caccia alle foglie di autunno”) indica la
tradizione giapponese di recarsi in autunno nelle campagne per ammirare i
colori fiammeggianti degli aceri del Giappone. La colorazione più o meno vivace è data dall’escursione termica fra giorno e
notte: più è elevata maggiore sarà la presenza di pigmenti colorati.
L’acero è uno dei legni più utilizzati per la
costruzione di strumenti musicali. In particolare è molto utilizzato per
costruire manici di chitarra elettrica o fasce
laterali, fondo e manico per gli strumenti ad arco, nonché strumenti a percussione, in particolare
i tamburi.
Tra gli aceri autoctoni più diffusi nella nostra
Penisola i più comuni sono l’acero campestre, il napoletano, l’italico, l’acero
d’Ungheria, l’acero riccio e quello montano; tra quelli non autoctoni, ma
maggiormente diffusi come piante ornamentali, sono l’acero negundo, il
saccarina e l’acero palmato.[2]
Coltivazione
Molte specie, tra quelle rustiche, si riproducono
facilmente per semi.
Le specie ornamentali sono generalmente molto
delicate, esigono ambienti non troppo secchi e posizione riparata dai raggi
solari estivi e dai venti dominanti, resistono bene alle gelate, richiedono
terriccio fresco ben drenato, fertile non calcareo. La moltiplicazione avviene
per talea o per innesto su soggetti
ottenuti dalla semina.
Avversità
Insetti
Emitteri:
Aleurodide dell’Acero – gli adulti e
le neanidi del genere Aleurodes attaccano la pagina inferiore
delle foglie dell’A. platanoidessenza provocare danni rilevanti.
Cocciniglia elmetto – femmine e
neanidi di Ceroplastes japonicus attaccano foglie
e rametti, con ingiallimenti fogliari, produzione di melata e filloptosi.
Afidi degli aceri:
Adulti di Periphyllus acericola infestano l’A.
pseudoplatanus e l’A. monspessulanum attaccando la pagina
inferiore delle foglie con forte produzione di melata.
Adulti di Periphyllus lyropictus infestano l’A.
pseudoplatanus, l’A. platanoides, l’A. saccharinum, l’A.
rubrum, l’A. tataricum e l’A. campestre, attaccando la
pagina inferiore delle foglie con forte produzione di melata.
Adulti di Periphyllus testudinaceus infestano
tutte le spacie di Acero, attaccando la pagina inferiore delle foglie, i
piccioli e i germogli, senza grossi danni ma con forte produzione di melata.
Cicalina – gli adulti
di Empoasca decedens attaccano la pagina
inferiore delle foglie con punture che lasciano delle macchie bianco-giallastre
che nel tempo diventano rossastre, le cicaline possono essere vettori di virus
e fitoplasmi.
Lecanidi – le femmine e
le neanidi di Phartenolecanium persicae attaccano
foglie e rami, avvolgendole in un manicotto con produzione abbondante di melata.
Eupulvinaria – le femmine e
le neanidi di Eupulvinaria Hydrangeae infestano in
special modo le specie A. platanoides e A. negundo attaccando
le foglie coprendone quasi totalmente la superficie e provocandone il
disseccamento e la caduta.
Metcalfa – le neanidi
di Metcalfa Pruinosa introdotto in
Italia dall’America nel 1979 attaccano le
nervature della pagina inferiore della foglia, con produzione abbondante
di melata e secrezioni cerose biancastre.
Pulvinaria – femmine e neanidi
di Pulvinaria vitis attaccano la pagina
inferiore della foglie, normalmente senza provocare grossi danni.
Lepidotteri:
Rodilegno rosso – Le larve
di Cossus Cossus scavano gallerie sotto
la corteccia prima nella zona del cambio poi nell’alburnoattaccando
la parte inferiore del tronco, con deperimento anche delle piante adulte, segno
evidente della presenza del parassita è la fuoriuscita di rosura rossastra dai
fori esterni delle gallerie.
Limantria – gli attacchi
sono portati dalle larve polifaghe di Lymantria dispar che
possono se in gran numero defogliare completamente la chioma delle piante
infestate.
Falena brumale – le larve
di Operophthera brumata attaccano le
gemme prossime alla schiusa, i fiori, i giovani germogli e le parti internervali
delle foglie, divorandole e perforandole, provocando gravi lesioni.
Minatrice fogliare – le larve
di Caloptilia Hemidactylella attaccano
le foglie dell’A. campestre e dell’A. pseudoplatanus scavando
delle mine e alla fuoriuscita ripiegando verso il basso il lembo fogliare,
senza provocare danni ingenti.
Nottua dell’Acero – le larve
di Acronicta aceris attaccano le foglie
erodendone il lembo, senza provocare grossi danni.
Coleotteri:
Maggiolino – gli adulti
di Melolontha hippocastani e Melolontha melolontha si nutrono delle
foglie, mentre le larve si nutrono delle radici, potendo provocare se in numero
elevato notevoli danni.
Morimo scabroso – i danni sono
causati dalla larve di Morimus asper che
scavano delle gallerie sotto la corteccia e penetrano nell’alburno, con danni
oltre che fisiologici anche economici per il deprezzamento del legname.
Sigaraio – gli adulti del
curculionide Byctiscus
betulae che si nutrono di gemme, foglie e giovani germogli;
formano con una o due foglie, arrotolate con incisioni del picciolo, dei sigari
al cui interno avviene l’ovideposizione.
Tarlo asiatico – larve
xilofaghe del cerambicide Anoplophora chinensis scavano profonde gallerie alla
base dei tronchi e nelle radici.
Acari:
Eriofide dell’Acero – gli acari del
genere Artacris provocano tipiche bollosità fogliari, con
formazione di piccole galle rossastre,
provocando rugosità e deformazione fogliare e a volte filloptosi; la
specie Artacris macrorhyncus attacca l’A.
campestre mentre l’Artacris cephaloneus preferisce l’A.
pseudoplatanus.
Ragnetto giallo – l’acaro Eotetranychus tiliarus attacca le
foglie che presentano puntini giallastri che estendendosi interessano tutto il
lembo fogliare, con necrosi, disseccamento e caduta precoce delle foglie.
Ragnetto rosso – gli acari
della specie Tetranychus
urticae attaccano le foglie con le punture e producono una
tela sericea che ricopre la lamina fogliare e i germogli.
Funghi:
Marciume radicale – causato
da Armillaria
mellea i cui sintomi sono la crescita stentata della
vegetazione e clorosi fogliare, le radici maggiori e parte del colletto
assumono un colore bruno scuro, sotto la corteccia si formano placche di colore
crema, con un forte odore di fungo; nel tempo al piede della pianta infettata fuoriescono
gruppi ravvicinati di corpi fruttiferi volgarmente noti come chiodini o famigliole.
Mal bianco – causato
da Phylloctinia suffulta e Uncinula aceris, si manifesta inizialmente
sulla pagina superiore della foglia con macchie traslucide, che si ricoprono
successivamente di una muffa bianca; le parti infette necrotizzano fino al
disseccamento e caduta della foglia.
Croste nere – causate
da Rhytisma acerinum e Melasmia acerina, colpisce soprattutto le
specie A. pseudoplatanus e A. campestrisd’estate,
sulla pagina superiore delle foglie, compaiono macchie tondeggianti brunastre
contornate da un alone giallastro punteggiate di macchioline nere che
confluendo tra loro formano tacche nere, nella pagina inferiore le macchie sono
più chiare senza macchie nerastre, successivamente le foglie imbruniscono, disseccano
e cadono.
Cancro rameale – causato
da Septogloeum Hartigianum infetta
soprattutto le specie A. campestris e A. negundo,attaccando
i giovani germogli e i rametti attraverso micro lesioni, e sviluppando l’anno
successivo la lesione cancerosa, che dissecca il rametto colpito.
Tracheomicosi – causata da Verticillium
dahliae che attacca l’apparato conduttore ()
compromettendone il funzionamento con conseguente avvizzimento e disseccamento
di parte o di tutta la chioma con porzioni necrotizzate, verdastre o brunastre,
del legno.
Muffa grigia – La botrytis cinerea o
muffa nobile attacca le foglie nutrendosi di zuccheri.
Batteri:
Tumore batterico – causato
da Agrobacterium tumefaciens, attacca le radici e il
colletto della pianta inizialmente con piccole prominenze brunastre
tondeggianti sparse, che rapidamente crescono sino a 20 cm di diametro con
conseguente rallentamento vegetativo e clorosi fogliare.
Nel folklore francese i 58 anni di matrimonio sono detti “nozze
d’acero” (noces d’érable). Il riferimento alle “noci”
d’acero (che notoriamente non produce noci…) è legato ad un errore di
traduzione.
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